Storico latino. Originario della Gallia
Narbonese,
T.
P.
proveniva da una famiglia segnalatasi per
la collaborazione con i dominatori romani (il nonno aveva combattuto agli ordini
di Pompeo, ottenendo la cittadinanza romana; il padre aveva militato sotto
Cesare). Autore di opere di storia naturale, perdute, legò la sua fama
soprattutto alle
Historiae filippicae, in 44 libri, di cui ci è
pervenuto solamente il compendio compilato da un certo Giustino nel II o nel III
sec. Si trattava di una vera e propria storia universale che andava dalle
antichissime vicende di Babilonia fino ai tempi dell'autore. Il titolo
dell'opera, ripreso dalle
Storie filippiche dello storico greco Teopompo
(IV sec. a.C.), si giustificava col fatto che veniva dato ampio spazio alla
storia dell'Impero macedone e dell'Oriente (libri 7-40), mentre solo gli ultimi
due libri erano dedicati alla storia di Roma e delle regioni dell'Occidente.
Rifacendosi a fonti di tradizione antiromana (primo tra tutti Timagene di
Alessandria),
T.
P. nella sua opera ridimensionava notevolmente la
funzione di Roma, affermando invece la grandiosità assoluta dell'Impero
macedone (I sec. a.C. - I sec. d.C.).